Recensione su Trattoria Benlodi Borgoforte
visitato da carolingio il 01.11.2010

Recensione su
Trattoria Benlodi
Borgoforte

Visitato il 01.11.2010
Consigliato!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 16.00
Coperti: 1
19 commenti
Rami protesi verso il mondo, e anche l'universo se si potesse, ma, lo scopro, anzi, ci penso solo lì, mentre mangio... mezze radici le ho piantate lungo il Po. La mia nonna Maria veniva da qualche chilometro vicino, dalla zona di Ostiglia. Lei era buonissima. Anche a far da mangiare. Io, da piccolo, andavo alla domenica spesso a pranzo dai nonni e di primo c'era sempre il sorbìr, agnolini in brodo, che mio nonno allungava sempre col vino rosso... “anch'io, anch'io...!”, allora me ne metteva dentro un cucchiaino, anche se avevo tre anni... “Si sta alzando di 22 centimetri l'ora...” Sento un avventore - forse un tecnico dai discorsi - che lo dice al telefonino. Siamo sull'argine di Bocca di Ganda, un promontorio lungo e stretto, sopraelevato di cinque sei metri rispetto ai campi circostanti, che procede a zig-zag, inerbato di verde sui lati obliqui, sotto un cielo plumbeo e la pioggia battente. Le pareti interne del locale, che dall'esterno appare come una casa cantoniera, sono a striscioni verticali rosa, lavanda e lilla... da brividi... Lampadari a gocce di vetro, anch'esse tra il rosa e il viola, e armadio d'ingresso modernissimo, laccato in rosso vermiglio lucido... Telaio della porta d'ingresso rosa carne, come un gesso lungo lungo che stride sulla lavagna, rispetto al rosso mattone del muro fuori della casa... Ma la zia, la cameriera che ci accoglie, è molto gentile e ci fa sedere dove vogliamo, un tavolino d'angolo sotto un orologino da muro, contornato d'acciaio e per niente appariscente, solo un metro circa di diametro :) Il mio nonno Stefano invece veniva proprio da lì, dai campi sotto S.Biagio. Faceva il casellante ferroviario e lo spostavano ogni due tre anni... Ostiglia... Mantova... Villafranca... Verona... Bassano... In ogni posto, un po' più grande del precedente, sempre lungo i binari, un figlio, per festeggiare. Me lo ricordo, sempre con corpetto, giacca e pantaloni, neri a sottili righine grigie (e chissà perché mi è restato in mente sto particolare), l'orologio con la catena da una parte all'altra del corpetto, sempre con un cappello nero a larghe tese in testa, anche quando mangiava. Mia mamma mi diceva che i suoi amici lo chiamavano "poiàna", per via del cappello. Ordino da bere, distrattamente, una mezza gasata e mezzo litro di Lambrusco Mantovano DOC, della Cantina Sociale di Gonzaga... Distrattamente, perché sono abbandonato ai pensieri e mi sorridono i ricordi, che racconto ogni tanto alla Marta, sgranocchiando degli ottimi cornetti di pane tipo ferrarese, croccanti, con la mollica sottile. Intervallo tecnico per assaggiare il Lambrusco, che Giacomo, il giovane nipote (della zia) un po' tarussòto–ciciòto, cortesemente ci scaraffa dalla bottiglia, dopo la mia richiesta, dato che 75 cc. non ce la facciamo mai a finirli in due (ovvero, lei lo assaggia appena). Il vino è bello frizzante, secco, da 10,5 o 11 gradi stimati, di un bel rosso scuro vivace, profumo intenso e fruttato, sapore pieno, buono, veramente, anche se io non me ne intendo molto di lambruschi. Quando faceva freddo e usciva, mio nonno lo ricordo sempre con il tabarro... Quando andavo a trovarlo, correvo attorno alla grande tavola della sua cucina, che aveva un piano di marmo grigio chiaro, striato di scuro. Fin da allora la mia testa doveva essere alquanto ipertrofica, ma, più che altro, arrivava giusto giusto allo spigolo del marmo della tavola. Una volta lo presi secco e il marmo si crepò. Mi disse: "Testùn, at'me sbreghi la tàola!". I primi sono tanti, c'è l'imbarazzo della scelta, e ci pensa il falchèto a sbrigare la faccenda ordinazione, perché io sono sull'incantato (o, forse, sarebbe meglio dire rimbambito). Sorbìr di agnolini in brodo per me e ravioli di zucca per lei, conditi in burro e salvia. Tutto spolverato da un ottimo parmigiano appena grattugiato. Notevoli i ravioli di zucca, che assaggio anch'io, fatti in casa, con giunture per nulla indurite dallo spessore... un leggero sottofondo al limone, appena accennato, che non copre la zucca e l'amaretto... “Ma chi li ha fatti? La nonna?...” Lei è là, piccolina, che mi butta uno sguardo, sorridendo (forse mi ha sentito), dalla cucina, da dove, ogni tanto, spunta fuori con qualche piatto in mano... “E chi se no?” mi fa la zia sempre sorridendo... Gestione familiare, come piace a me (e non solo, credo), con il marito della zia ai fornelli, e Giacomo che alla fine si mette, dietro i suoi occhialini ragionieristici, al computer e fa i conti. Supereccezionali gli agnolini, cottura perfetta, brodino di gallina eccellente (hanno le loro galline, mi han detto, e anche i conigli) e, quando arrivo a tre quarti del piatto, è più forte di me... prendo il bicchiere e ci verso dentro un goccio di lambrusco... che gusto singolare... vino, brodo e parmigiano a grumetti fusi, erano cinquant'anni fa... ... Mio nonno Stefano lo vidi l'ultima volta disteso sul suo letto, prima di essere messo nella bara. Aveva fatto un colpo. Non mi fece impressione, sembrava che dormisse. Io avevo quasi quattro anni. Mi fece impressione invece il primo impatto con il cimitero e la bara che andava sottoterra. Speriamo che non si svegli, pensavo. Dopo che lui morì, continuai ad andare a S.Biagio nella corte di campagna dove ha continuato ad abitare lo zio Giuseppe, che in realtà era un cugino di mia mamma. Anche lui, corpetto scuro, cappello grigio in testa a capotavola, tovagliolo bianco al collo e sorbìr col vino dentro. Ordiniamo un altro primo, che ci dividiamo. Troppo buoni i precedenti. Questi sono dei tortelli, che hanno la forma di fagottino, ripieni di formaggio e di pere. Sempre conditi col burro fuso, il parmigiano e poi cosparsi di semini di papavero. Semplicemente strepitosi, anche questi cotti alla perfezione, pasta delicatissima e mai indurita nelle giunture... Porzioni giuste, tendenti all'abbondante. ... Loro erano in undici fratelli... e i loro nomi cominciavano tutti con la G: Giuseppe, Gino, Gemma, Giordano, Gilda, Giulio, Gianni, Gianna (blocco della fantasia :) )... In bici, in dieci minuti ero sul Po con i figli dei cugini dei cugini... andavamo a raccogliere funghi chiodini sulle ssòche delle pioppe... e poi a pescare aolette lungo i fossi... Ci facciamo portare due fette di cotechino e un piattone di formaggi con le mostarde. A parte un porzione di verdure: carciofi in umido, lessati e saltati al burro, spinaci e patate, entrambi lessati. Guardo fuori e piove ancora... una tristezza le verdure... scondite... carciofi con un gusto per nulla invitante... patate farinose... credo di capire perché nella bassa molti preferiscano la carne... ne ho trovati pochi capaci di cucinare bene le verdure... Il cotechino abbastanza buono, ma ho mangiato di meglio, era un po' troppo molle per me. Un parmigiano non stagionato, un provolone, un emmenthal, un fontina, buoni, niente di chè. Tre mostarde: una ai fichi, una alla zucca e una alle mele cotogne. Discrete anche queste, però, a giudizio mio e di mia moglie, mancavano di senape. Quella alla zucca era la più buona, i pezzetti di mele cotogne erano parecchio duri. Assomigliavano di più ad una marmellata le mostarde, erano poco piccanti. Abbiamo rinunciato al dolce, avendoci già fatto la bocca. Servizio perfetto e garbato, in un'ora e dieci avevamo finito. Conto da 32 euro... parecchio a buon mercato, quasi imbarazzante. Eccezionale e consigliabile per mangiare i primi, confermo in questo le precedenti due recensioni. Ho preso al volo il suggerimento di Mauribe per provare questo locale e son riuscito a convincere (causa meteopatìa) il falchèto a muoversi, visto che, per sua salute e per il brutto tempo, è saltata la nostra due giorni e qualcuno, da qualche parte, ha pensato bene di spazzolarsi anche la nostra quota di torte e vini... :) Il convincimento è stato ottenuto a CARO PREZZO... (visita outlet a Mantova Sud... ) dopo aver fatto in tempo a vedere, tra i fossi rigonfi di S.Cataldo, planare elegantemente, noncurante del diluvio, un airone bianco.

19 commenti

carolingio
01/11/2010
Non so i tuoi, ma nel caso dei miei parenti, il fratello di mio nonno si chiamava Giovanni e volle (cadendo male, da pater familias... :) ) che tutti i suoi figli avessero il nome che cominciasse con la G come lui... poi ruzzolò rovinosamente quando nacque Gianni... e si fece anche male quando mise nome alla figlia Gianna... :) :)
carolingio
01/11/2010
Ahahahah... pensa che dalla mia parte, andando indietro, troviamo un GIOVE :) :)
Lucy...ah
01/11/2010
hahahaha........noi abbiamo una Ercolina figlia di Ercole!!!! Viva e pimpante..... :)
joy
01/11/2010
Mi hai fatto ricordare le volte che mio nonno mi veniva a prendere all'asilo per riportarmi a casa con la bicicletta, caricandomi sulla canna e quando pioveva mi copriva col tabarro.........
pattyb
01/11/2010
forte questa cosa dei nomi!!! Zio, tu hai continuato la tradizione con tuo figlio!!! Carol, quei fagottini con le pere dovevano esser proprio buoni! Il prezzo è davvero da restare senza fiato, assolutamente da provare!
carolingio
01/11/2010
...azzzz... GIANLUCAAAA, con la G! (me lo segno e riferisco :) )
carolingio
01/11/2010
Prova Patty, prova, ma, consiglio, soltanto i primi... e poi magari uno dei dolci, visto che in questo campo ogni tanto fai qualche sforzo, però quelli fatti dalla nonna... c'era una sfoglia sempre alle pere (siamo in stagione) che non mi pareva roba fatta fuori... :)
cioz
01/11/2010
Carlo,i sapori dei ricordi sono un bel modo per ricordare le persone care :) I tortelloni di zucca ....che invidia!
carolingio
01/11/2010
Ma sei qui o in un altro continente?
mauribe
02/11/2010
Vedo che sei rimasto più impressionato dall orologio a parete e dai colori un pò osè del locale che dai cibi (però hai dovuto dire che i primi erano OK).Bella cosa il ricordo degli avi indigeni.Spero che ti siano piaciuti il locale,la cucina, la campagna circostante e il fiume, peccato solo per l outlet(ma sai, le donne sono fatte per essere o sopportate o lasciate dove stanno).
carolingio
02/11/2010
:) Sono rimasto impressionato anche dai primi, che sono veramente ottimi... dall'umanità dei gestori... e anche dalla campagna circostante, dai fossi e dal fiume... ci è planato davanti un bellissimo airone... e poi... sono stato offuscato dalla memoria... se non venivo lì, magari non mi ritornava in mente in modo così, così vivo... dai quatto ai dieci-undici anni passavo sempre una settimana, alcuni giorni d'estate, lì, sotto S.Biagio, era stupefacente per me... dar da mangiare alle galline e ai maiali... c'era la porta della stalla a diretto contatto con la cucina... andavo a mungere con un mio cugino sordomuto e poi ci bevevamo il latte assieme... e poi tantissimi funghi ai bordi di quei campi con gli zolloni di terra negra... il sapore del sorbìr mi ha fatto venir in mente lo zio Giuseppe, più ancora del nonno, che se lo "sorbiva" con gran rumore e aveva lo stesso odore... :) Purtroppo leggo di alcuni che non apprezzano commenti extra culinari e mi dispiace aver tediato e chissà quanto ho tediato da quando son qui a scrivere su GustaModena. Però, per me, il mangiare va di pari passo col vivere, col provare emozioni, col segnare ricordi, con lo scolpirti una musica particolare, una frase, con l'esternare i propri sentimenti e i propri valori, se possibile, il proprio stato d'animo, col descrivere l'ambiente che ti circonda, il meglio possibile, col trasferire tutto a chi legge, compreso l'aspetto tecnico della valutazione del locale e del cibo. Mauribe, le done le gà sempre rasòn! :) Io perdo un giorno di vita per ogni mezz'ora che sto a negozi, però poi, quando si riesce a comperare qualcosa di buono a pochi schèi, son contento anch'io! :)
mauribe
02/11/2010
Non penso che ti debba preoccupare troppo per le divagazioni extra culinarie in una qualunque recensione:come hai detto tu,anche secondo me(e non sono certo un poeta),un ristorante non è solo quello che ci trovi da mangiare, ma anche le sensazioni che ti danno il locale,l accoglienza e la simpatia dei gestori,i ricordi che ti può suscitare la zona in cui si trova o la strada che ti ci conduce ecc.Chi non ha interesse per queste cose può sempre saltarle e andare a leggere direttamente dei cibi, delle bevande e della spesa di questo ristorante.
joy
02/11/2010
Mi sono ricordato di un cartellino giallo da affibiarti|||| Sei andato all'outlet e non sei andato alla pasticceria Antoniazzi???? Ahi, Ahi, Ahi ;) :)
carolingio
02/11/2010
Joy, ci son stato tredici giorni prima, e, lì per lì, c'è mancato poco che mi autoaffibbiassi il rosso per l'acquisto... diciamo... oneroso... :) E' una pasticceria superottima, consigliabile per la cioccolata in particolare... però, caspiterina... :( :) Zio, i miei sono ancora meno dei tuoi e si fa molta più fatica a tirarmi per i capelli... :) Alla prossima ti metterò una frase in finlandese con dedica (e traduzione), vediamo se la salti :) :)
carolingio
02/11/2010
Non ti credo, neanche se spergiuri! :) Vedremo! :)
mauribe
03/11/2010
Totalmente daccordo con zio(che NON è assolutamente un rompiquaglioni ma un ottimo e sempre graditissmo commensale). Invece di scrivere e tradurre dal finlandese, scrivete come mangiate, che è meglio!E tutti capiscono!
carolingio
03/11/2010
Scherzavo sul finlandese Mauribe! :) :) Però... adesso che mi hai pungolato... chissà come va a finire... :) ahahahah...
golosona
03/11/2010
Carlo, a me questa recensione è piaciuta molto, con tutti i suoi aspetti extraculinari e non ho saltato nulla, non lo faccio mai, un po' perchè mi piace leggere un po' perchè non di solo pane (e companatico) vive l'uomo, ma anche di sentimenti e poesia! Sai che io vedo spesso l'airone? Ce n'è uno che viene spesso a posarsi vicino al cancello di casa mia :) Ah, per la faccenda dei nomi, simpaticissima, chiedi a Mauro la prossima volta: ne ha da raccontar delle belle :)
carolingio
03/11/2010
Grassie Ornelina! :) Pensa che da noi, massimo massimo si vede solo un falchèto :) :)
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