Recensione su
Valverde
Roncoferraro
Visitato il
07.11.2010 Consigliato! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
27.75 Coperti:
1 20 commenti
L'ingresso dalla via legnaghese al centro di Mantova mi è sempre sembrato un trionfo di architettura, con il castello oltre i laghi, le torri e il cupolone di S.Andrea che s'ingrandiscono a vista d'occhio e sembrano venirti incontro.
Io e Alfi però, cerchiamo stamattina un profilo più terra terra e dunque, messa giù la macchina prima del ponte, svoltiamo a piedi per una lunga passeggiata nel boschetto lungo il Lago Inferiore, alle spalle dei numerosi pescatori, per lo più rumeni, prima riconosciuti dall'accento e poi per loro stessa ammissione, dopo quattro chiacchiere sul pescato (“breme”, pesce molto grosso e largo, della famiglia dei barbi, che fino ad oggi non sapevo neanche esistesse) e sulla crisi economica e lavorativa che investe tutti.
Il nostro obiettivo culinario è puntato sulla trattoria Valverde di Barbasso, ad una dozzina di km. da Mantova, stimolati in questo da una positivissima recensione su GM di Celeste e dai commenti di alcuni amici di Alfi che c'erano giàstati.
Per arrivarci bene, noi prima camminiamo per un'oretta e un quarto, passeggiata che per me sta al ben mangiare quasi come l'affiancare una bottiglia di vino particolare. Poi passiamo alla Coop e comperiamo qualche bottiglia di Lambrusco mantovano e anche il Ceci di Torrile, che mi aveva favorevolmente colpito nel pranzo di Valle.
La trattoria è lungo la via Ostigliese, in centro alla frazione, e da fuori è un po' insignificante, con un cartello ruggine che a fatica lascia intravedere il nome del locale. Dentro è bellina, ristrutturata da poco, anche se il nostro tavolo è in una veranda posteriore, con vista su garages di lamiera arrugginita e muri scrostati di vecchie case cadenti. L'arredo interno attira la nostra attenzione a causa di due porte interne in alluminio anodizzato chiaro, che non stanno tanto bene sotto un bel soffitto con travi in legno e col colore caldo e sfumato dei muri…
Musica, musicisti, musicanti, musicalitàe conservatorio musicale sono l'argomento principale della nostra conversazione, introdotta dalle ultime “decisioni” di mio figlio sulla questione riguardante il suo futuro e dalle incertezze conseguenti, sia per lui che per noi genitori. Così, vedo di capirci qualcosa di più di questo mondo che non conosco, anche per poter poi dare eventuali suggerimenti.
Nella veranda siamo in pochi e si sta tranquilli, mentre le altre sale sono piene.
Oddio, tranquilli per modo di dire, perché (io credo che il fatto sia stato causato dalla presenza conturbante di Alfi ;) :) , o forse da un suo scherzetto di scuola, perché ste cose di solito succedono in classe :) ) ad una signora, seduta a tavola dalla parte dietro Alfi, improvvisamente, non so come, le si sfila la sedia di sotto, rovesciandosi a terra con fracasso, e poi lei stessa plana pesantemente col sedere sul pavimento con un tonfo sordo.
:) :) :) :) :) (tutto a posto comunque)
Giusto il tempo di sgranocchiare, con non chalance, degli ottimi ed originali grissinoni al pistacchio e, successivamente, altri alle olive, che arriva da bere una bottiglia di Lambrusco “Al Scagarün” della cantina Lebovitz di Governolo. Di un bel rosso rubino intenso, è leggermente salinato ed asciutto al palato, ma con il profumo tendente al fruttato. Di 11 gradi, andrebbe servito a temperatura di poco inferiore all'ambiente, invece è molto freddo e quindi lo mettiamo sul... termoventilconvettore :) . Molto buono comunque, lo apprezzeremo di più dopo, quando si saràriscaldato.
Sull'etichetta, questo vino viene indicato anche per il pesce gatto... ma l'immediata impressione di mia e di Alfi è che sia un'etichetta “pro-vendita”, e i fatti ci daranno poi ragione.
Non si sa bene se il nome Al Scagarün abbia attinenza con la radice “cag”, secondo la tradizione per gli effetti di una bevuta prolungata sui vecchi giocatori di carte del posto, o se significa vino che per il suo colore, nel versarlo, tende a sporcare con macchie pesanti le tovaglie, lasciando immaginare qualche commento un po' variopinto...
Assieme al vino, una mezza minerale gasata.
Il primo piatto sono tortelli di zucca, fatti in casa, al burro, spolverati di parmigiano. Molto delicati, buonissimi, cotti alla perfezione. Avrebbe dovuto essere mezza porzione a testa, ma si avvicinava molto ad una porzione intera.
Il secondo piatto sono agnolini con ripieno di carne, conditi con panna e prosciutto. Eccezionali anche questi, sempre fatti in casa, e porzione ancora più abbondante della prima.
Il risotto coi saltarèi e il pesce gatto doveva arrivare alle due, due e cinque, secondo le previsioni fatte al momento dell'ordinazione, invece arriva alle due e venticinque. Pazienza per i venti minuti di ritardo rispetto al programma, li abbiamo trascorsi piacevolmente in chiacchiere ed approfondimenti sulla situazione generale dei nostri figli... ma il risotto (che io preferirei chiamare di più “riso”, perché il risotto sono abituato a mangiarlo mantecato con prosciugamento del brodo, mentre questo era fatto con lo stesso sistema del “pilota”, cioè riso cotto in acqua, separatamente dal pesce gatto, che viene unito successivamente) era abbastanza scotto e caldino, non caldo. Assieme al riso, ci è stato portato un ovale ricolmo di saltarèi, gamberetti piccolissimi di fiume, fritti, che però erano tiepidi, quasi freddi.
Quantitàpantagrueliche comunque, cioè una scodella da colazione rovesciata come prima portata, e, a fianco, una terrina con porzioni per almeno altre quattro persone. Buono il gusto, delicato il pesce gatto in piccoli pezzettini, gustosi anche i saltarèi, ma dev'essere successo che se lo sono dimenticato in cucina...
Sufficientemente sazi, per farci la bocca abbiamo poi ordinato mostarda di zucca e mele, una porzione. Arriva subito, piccante in modo giusto, ma sono pezzettini di zucca e di mela che sembrano un corpo estraneo rispetto al fluido zuccherino e alla senape. Ad entrambi è parso che la mostarda dovesse avere i componenti più cotti, un po' più spappolati ed amalgamati assieme.
Il conto è di 55,50 euro in due, non esoso... ma neanche poco poco per aver mangiato quattro primi e una mostarda, con lambrusco e acqua... infatti, appena preso in mano il conto, anche un separè in carta bianca dipinta, sostenuto da dei montanti neri, che avrebbe voluto non farci vedere le due porte in alluminio, crolla improvvisamente a terra... :)
Giornata piacevole, ricca di situazioni particolari e di spunti di riflessione. Ciao Alfi e grazie per l'ottima compagnia! :)
20 commenti
07/11/2010
Siamo stati noi col pensiero a far spostare la sedia alla signora e crollare il separè.......così imparate a stare per i fatti vostri!!!! :) :)