Recensione su La Rana Magreta
visitato da Gerry il 10.11.2010

Recensione su
La Rana
Magreta

Visitato il 10.11.2010
Consigliato!
Scritta da Gerry
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 16.00
Coperti: 1
2 commenti
Sono a Cognento, e ci mancherebbe: lavoro lì. Mercoledì a pranzo, ho un ospite: un collega di un'azienda con cui abbiamo relazioni societarie. Con lui, il rapporto è “quasi” amicale. Non occorre essere molto formali. Bado alla sostanza: scelgo di andare alla Rana. Cognento e Marzaglia son pochi minuti di macchina e si può andare per strade “basse”. Erano anni che non andavo a pranzo lì. Cosi tanti che manco mi ricordo d'averci mai pranzato! Il piazzale è pieno di macchine. Mi dico: “Ma c'era bisogno di prenotare?”. Non ce n'era bisogno, … ma soltanto perché abbiamo trovato posto. E poi, magari, non prendono nemmeno prenotazioni per il mezzogiorno. Il collega, Roberto, appena entrato, si guarda intorno, vede alcune decine di persone che, con buona evidenza, sono lì per mangiare, nel senso che, lo comprendi da come si muovono, parlano tra loro, … e mangiano, hanno la certezza di trovare un cibo che dia sostanza concreta all'idea del mangiare. L'ambiente e l'arredo sono all'impronta di un tempo che fu, quando le cose erano costruite ed utilizzate per quello che dovevano fare, senza pensare al bello se non nell'accezione di funzionale. Il tempo, poi, ha reso i colori un poco smorti. Solo il vociare senza concitazione (ed ostentazioni da proscenio e recita) fanno sì che non si possano dire scialbi; semmai senza “importanza”! Il mio collega viene da Reggio, ahilui! Pochi chilometri e non si sa più cosa siano i tortellini, se non per racconto od incontri occasionali. A me sembra una provocazione, ma mi accorgo, dalla sincerità degli occhi, che non è così! Le loro paste ripiene si fermano ai cappelletti e a una sorta di raviolo che chiamano tortelli; mi verrebbe da dire: “Poveretti!” Uno scherzo, un frizzo all'indirizzo di un quasi-amico, è così, ma mi accorgo che, in fondo in fondo, mi pare d'aver ragione. Però, me ne rendo conto, in questo caso sarei io il poveretto! Però, a pranzo, niente tortellini alla Rana. Optiamo per due tagliatelle al ragù. Ottime come al solito. Il ragù è quello giusto, quello “fatto in casa”, da una “razdora” che non ha troppo tempo per la cucina, ma se ne duole ed ama sinceramente i suoi famigliari. Ed allora, solo macinato di macelleria, ma ben curato, senza eccessi di pomodoro, con la cipolla giusta, per invadenza e cottura (lunga), un poco d'olio e un poco di burro, si sente: è più morbido in bocca, rubando qualcosa al lavoro del naso, e poi carota, sedano, pepe, e così via. A seguire, io: un piatto di involtini fritti e di spinaci al burro. A mia moglie non lo dirò! Sto facendo una sorta di dieta …. Al collega: trippa simil-toscana e zucchine spadellate. Piatti, ancora una volta, onesti, diretti, che ti danno quel che promettono. E promettono quel che possono darti. Onesti, appunto. Una bottiglia d'acqua e un grasparossa della casa, con una bella bottiglia nera e lucida, senza l'orpello di una etichetta, nemmeno a dire se sia il loro vino e quale. Si tratterà di pudore? Non certo di scarsa affidabilità del prodotto, perché risulta buono, al nostro comune palato. Comune? Una joint venture “culi gialli e teste quadre”, che meraviglia! Due caffè e il conto: 16 euro a testa, 32 in totale, cosa che mi permette di fare l'ospite buon padrone di casa senza pesare sul portafoglio. Il conto qui, mi sovviene di pensare, sia, oltre che estremamente contenuto, sempre, anche in relazione al giorno della settimana e più basso a pranzo che a cena. Come possiamo valutare l'esperienza? Se volete mangiare mangiare, gustandovi il cibo senza preoccupazioni ed appesantimenti intellettuali, senza pensare che debba esserci una relazione tra cibo e comportamento, o cose così, allora non abbiate remore ad andare alla Rana: è una trattoria trattoria. Il cibo è buono, tradizionale, senza sorprese e il conto è onesto, più che onesto, verrebbe da dire, … e va detto! Traduciamo in cappelli? Io arrivo a tre, e non chiedetemi quanto pesi, sul giudizio, la cucina o la famigliarità dei luoghi e del servizio o il prezzo contenuto. Credo che si possa desumere, leggendo, che alla Rana si trova coerenza, tra cucina, luogo e conto finale. Per sensibilità e ragione, quando non mi attendo sorprese, scelgo, potendo, luoghi che mi facciano pagare la prevedibilità per quella che è: "scontata". Che bella battuta! Ma è, ovviamente, un atteggiamento discutibile. C'è chi lo ribalta completamente.

2 commenti

Lucy...ah
12/11/2010
"Le loro paste ripiene si fermano ai cappelletti e a una sorta di raviolo che chiamano tortelli; mi verrebbe da dire: “Poveretti!”" grrrrrrr.........ma se vieni a Parma ti porto io in un posto e sono certa di farti cambiare idea!!!!!
Reginalulu
13/11/2010
Quanto influiscono l'ambiente, i sapori, gli odori e la felicità del momento in un giudizio? Forse impossibile determinare una scala, ma per me, per esempio, moltissimo. Se siete stati bene e avete mangiato da scoppiare... m piace! :) :) :)
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