Recensione su Piccola Osteria del Borgo Dozza
visitato da benandante il 19.12.2010

Recensione su
Piccola Osteria del Borgo
Dozza

Visitato il 19.12.2010
Consigliato!
Scritta da benandante
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 18.50
Coperti: 1
2 commenti
Domenica uggiosa abbondantemente sotto zero, la strada di casa è inaccessibile, a meno di usare l'elicottero, decidiamo di concederci una pausa. La sera prima nella nebbia del digitale terrestre, ho intercettato una strana trasmissione che parla di una unica esposizione per "tre soli giorni tre" di un bozzetto in terracotta attribuito a Michelangelo, che l'avrebbe realizzato come opera preparatoria della celebre pietà oggi in san Pietro a Roma. L'attribuzione è opera di un critico d'arte tedesco. Dove? In uno dei più bei paesi della pedecollina bolognese, Dozza Imolese. Un posto a mio parere magico a pochi chilometri dalla via emilia dove lo sviluppo urbanistico, che pure c'è stato, è stato mantenuto a debita distanza per rispettare lo status quo del borgo ed i muri delle case sono decorati con affreschi dovuti ad una gara tra pittori che si volge regolarmente ogni anno. Arriviamo tardi, fa un freddo cane, qualcuno ha lasciato aperta una porta sulla piazza e ci sono spifferi dappertutto, urge provvedere al vettovagliamento. I due locali affacciati sulla Rocca Malvezzi hanno esposto il menù, che mi pare sempre il solito turistico del "Pelator Cortese", discedente del più noto Passator Cortese, e ahimè debbo dirlo assai caro. Uno dei due locali è tristemente e desolatamente vuoto. Optiamo quindi per un localino più dabbasso, una strana osteria con grandi tavoloni, le pareti gremite di quadri, e dopo una rapida scorsa al menù esposto ed ai prezzi entriamo. Sala calda, pochissime persone, musica soffusa anni ottanta, l'oste ci fa sedere e ci illustra il menù, optiamo, visto il freddo, per due piatti di maltagliati con fagioli, seguiti da una composizione di salumi e formaggi accompagnati da piadina e crescente, che sarebbe poi la versione bolognese del gnocco fritto. Da bere acqua minerale. Il tempo di cucina non è breve, i maltagliati arrivano dopo una quindicina di minuti, il brodo è in realtà un passato denso di fagioli borlotti ben caldo in cui sguazzano in attesa del loro triste destino i maltagliati, sfoglia sottile non certo commerciale. Ci portano anche una scodella di ottimo parmigiano grattuggiato da cospargere sui maltagliati, finezza che debbo dire non si è mai usata in Romagna, ma qui siamo nell'imolese, che non è nè carne nè pesce, dunque la perdoniamo. La razione è molto abbondante. Intanto al tavolo di fianco arrivano le tagliatelle e vedo che le porzioni sono ancora più abbondanti, pazienza sarà per la prossima volta. Il secondo è un bel tagliere composto da diverse fette di prosciutto, alcune fette di pancetta arrotolata, ciccioli, coppa, salame di felino, due tipi di formaggio, una coppetta di marmellata di cipolla rossa speziata, sapore eccezionale, che arriva con calma, in realtà alcuni clienti mangiano e poi restano lì a leggere il gornale, come una volta si faceva all'osteria, il tempo per mangiare non manca, fuori fa freddo, e nessuno ci corre dietro. Assieme al tagliere arrivano due piadine appena cotte, spesse, molto spesse, ma è la caratteristica della piadina che più ci si allontana da Rimini, dove la piadina non la sanno fare e se pure la fanno è sottilissima, più diventa spessa, e quattro pezzi di crescente ovvero gnocco fritto anche essi fumanti. La cucina è evidentemente espressa. Un caffè splendido, profumato, ristretto, in una tazzina bollente completa il pranzo che si è dipanato per quasi un'ora e mezza. La valutazione generale è nel complesso positiva, ma il conto comprende euro 1,80 a testa di coperto, veramente troppo visto che il coperto era in cartapaglia con tovagliolo di carta, l'acqua minerale è stata servita nella bottiglia di plastica ma costa 2,20 euro, mentre le zuppe sono nella media a euro 7,50 i salumi 12 euro in due, le piadine e la crescente euro 3,60. totale generale euro 37,40 arrotondati a 37. Insomma, un buon pasto, in un localino tranquillo da tornare a visitare. E la terracotta di "micelangelo"? La siamo andati a vedere, ma non ci ha davvero convinto. I tedeschi, si sa, sono un popolo di "Alta Kultur", ma la fila per ammirarla davvero non c'era, la prossima volta porto la moglie a vedere il Michelangelo, quello vero, in san Domenico, così fa il confronto.

2 commenti

Tapparella
21/12/2010
Bellissima Dozza, e bellissima l'Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna ospitata nei locali della Rocca... Da tenere in considerazione questo locale, visto che per quelli sulla piazza la definizione "Pelator Cortese" è molto carina e calza a pennello.
Lucy...ah
21/12/2010
hahaha....mi è piaciuta la tua rece, spiritosa q.b. e ben dettagliata. Complimenti.
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