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Recensione su Locanda di Nonna Gelsa Umbertide
visitato da testapelata il 18.03.2018

Recensione su
Locanda di Nonna Gelsa
Umbertide

Visitato il 18.03.2018
Imperdibile!!!
Scritta da testapelata
Servizio: Ristorante
Contesto: pranzo in trasferta sportiva
Spesa a testa: 25.00
Coperti: 43
3 commenti

Approfittando del Campionato di Cross Nazionale, viene organizzata una trasferta in quel di Umbertide, a me un compito di “grande responsabilità”: la scelta del ristorante.

Facendola breve, la scelta si è orientata verso chi, già al primo impatto, dimostra serietà e professionalità : La Locanda di Nonna Gelsa, la cui titolare, Chiara, si confermerà “Locandiera di Primordine”.

Dopo una mattinata di gare, disputate sotto una pioggia battente, dalla quale siamo usciti con un paio di titoli nazionali ed alcuni ottimi piazzamenti ci dirigiamo verso il ristorante che dista 5/6 chilometri da Umbertide.

Buona disponibilità di parcheggio, locale accogliente, soffitti a volta, una sala grande ed una più piccola che occuperemo “quasi” completamente: siamo in 43 !

Tovagliato in stoffa pesante, doppio bicchiere e doppia forchetta.

Il menù è concordato ed anche il prezzo: venticinque euro a testa dall’antipasto al dolce e al caffè, particolare non insignificante anche le bevande sono incluse, vino bianco e rosso del territorio servito in caraffa, gradevoli entrambi.

Partiamo con antipasto tipico di salumi umbri accompagnati da torta al testo (sorta di piadina alta) e pane sciocco, già di per sé i salumi sono saporiti e spaziamo dal salame al capocollo, alla pancetta stesa e ad un superlativo prosciutto stagionato.

Non si lesina sulle porzioni e mi torna in mente la storiella: “cosa credi salume che non ho più pane, cosa credi pane, che non ho più salume ?” ….

E dopo aver terminato l’antipasto “da atleti” si passa ad un primo tipico che ha riscosso grande successo e diversi “rinforzini”: Strangozzi ai Funghi Porcini, lo strangozzo è una pasta tipica umbra a sezione rettangolare, prodotto senza uovo il cui nome deriverebbe dal fatto che  somigliano alle stringhe in cuoio di alcuni tipi di scarpe e dal fatto che, questi lacci, venivano usati dagli anticlericali per strangolare i preti.

Ma non finisce qui e per secondo uno splendido arrosto di “capicollo di maiale” con miele e rosmarino, un delizioso accostamento di sapore dolce/salato che ci ha sorprendente sorpreso in positivo.

Discrete anche le patate arrosto in accompagnamento.

Si termina con un dolce classico che piace a tutti, crostata con due tipi di marmellate…..io avrei preferito la panna cotta ma, mi sono sacrificato per gli altri.

Giudizio finale sicuramente influenzato da vari fattori, in sintesi: quando la buona cucina si sposa con la professionalità, quando la battuta pronta è un tutt’uno con il servizio, quando l’attenzione al cliente è protagonista, non ci si può esimere dall’assegnare il massimo dei voti.

Grazie Chiara per lo splendido pranzo.

3 commenti

scanna
24/03/2018
Testapelata, come ho già avuto modo di dirti, io sono un grande sportivo da divano e fino ad ora ero convinto di conoscere tutti gli sport, dalle freccette al curling fino allo snooker, al biathlon, al pentathlon moderno, ma il cross??? Nel calcio il cross è un passaggio dall'ala per il compagno al centro dell'area, nel tennis è un colpo che attraversa il campo in diagonale da un angolo fino all'angolo opposto. Più in là non so andare. Esiste davvero uno sport che si chiama cross? o forse è solo una scusa per andare in giro per l'Italia a fare delle belle scorpacciate? :emu: :emu: :emu:
testapelata
24/03/2018
diciamo che il cross è quello che Tu chiami impropriamente "corsa campestre" :chuckle:
scanna
24/03/2018
è vero! conosco la corsa campestre e se la conosco con questo nome, considerando che non ho mai praticato, è perchè i cronisti televisivi la chiamano così. Poi, se voi praticanti avete deciso di darvi delle arie dandole un nome più esotico mi dispiace di non essere riuscito a tenere il vostro passo :marameo: :marameo: :marameo:
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