Loading...

Pagina: visite2

Recensione su Antica Trattoria Bar Cacciatori Pompeano di Serramazzoni
visitato da grog il 03.10.2009

Recensione su
Antica Trattoria Bar Cacciatori
Pompeano di Serramazzoni

Visitato il 03.10.2009
Consigliato!
Scritta da grog
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
1 commenti
Sabato 3 Ottobre, ore 8.30 a Lama Mocogno per questioni familiari. Per essere qui a quest'ora faccio una levataccia, quindi mi faccio giurare da mia moglie che pranziamo fuori…..non ho voglia di dover correre a Modena e finire col mangiare cose rabberciate. Ormai è ora di pranzo, per cercare un buco ci avviamo verso Modena, passiamo Pavullo e appena fuori giriamo a destra, sulla strada per Benedello, poi dopo un chilometro seguiamo il cartello Viecave, Azienda Turistica. Speriamo sia aperto. L'ultima volta che abbiamo mangiato qui è stato per il nostro pranzo di nozze. Ed oggi, a 15 anni di distanza, ho una botta di romanticismo e la riporto da dove è iniziata la nostra avventura a due. Peccato che la signora gentile che ci apre ci comunichi che il ristorante, ai giorni nostri, apra a mezzogiorno solo i festivi e gli altri giorni alla sera. Proprio peccato. Vorrà dire che ci ritornerò e farò allora una bella recensione. Ritorniamo sulla nostra strada e via ancora lungo la Giardini, verso Serramazzoni. Appena passo il bivio dell'Estense, fatti quasi un paio di chilometri, ricordo che da quelle parti avevo, a cavallo degli '70-'80 un pied-a-terre, una casettina proprio sulla Giardini, all'altezza di Selva, con un sacco di terra di dietro dove avevo costruito, in un boschetto, un bel tavolone di legno con le sue panche…... Ricordo che costava 50.000 lire al mese per me e per un mio amico, col quale ne dividevamo anche l'uso. Poi lui fece un guaio e la casa rimase a me per alcuni anni. Ricordo che era mia abitudine, quando rimanevo su per il week-end, la mattina presto prendere la macchina, andare a comprare il pane al forno di Pompeano, le brioches calde e ritornare indietro giusto in tempo per far colazione con l'amica di turno….che portavo poi a visitare la Rocca di Pompeano (1) e poi a pranzo al “Cacciatori”. Allora la gestione era diversa da quella attuale, ma la località mi ha sempre affascinato. La Rocca, finalmente, sta rivivendo nuovamente, sembra che siano iniziati da un po' i nuovi lavori di recupero. Arriviamo nella piazzetta, mia moglie nota subito un recinto fatto con una catena, dentro al quale un ciou-ciou color ambra dormicchia e alla catena un cartello: “Cane che morde”. Si chiede se sia una presa in giro….si avvicina dicendo che a lei di sicuro non farà niente, ma quando è a un paio di metri, il dormiglione apre un occhio, mostra 32 denti ringhianti bianchissimi, mia moglie ritorna da me….credo abbia capito…. Entriamo nel Bar, ci viene detto che possiamo accomodarci dove vogliamo, la trattoria è aperta. Dentro arredamento d'una volta, semplice, pittura alle pareti che ha visto sicuramente tempi migliori. Ci sediamo ad un tavolino in fondo, sceglie sempre mia moglie, io mi adeguo. Immancabile visita al bagno, vetusto come il locale. La porta della cucina, entrando si sbircia dentro tranquillamente, permette da una parte della sala di osservare le cuoche all'opera. Si ordina. Lambrusco secco per me e acqua gassata, intanto. Poi il primo. Io opto per pappardelle al cinghiale (in onore di Dj_Lagra che adora il cinghiale), mia moglie invece impazzisce per la pasta ripiena: bis composto da tortellini alla panna (orrore) e tortelli verdi alla boscaiola. L'acqua è quella del rubinetto filtrata e gassata, quasi quasi mi piace di più di quella compera (qui per compera intedo quella nella bottiglia di plastica che vendono in confezioni da 6 in tutti i supermercati della galassia……scusate la nota polemica, ma non riesco a trattenermi…..), io poi bevo sempre l'acqua del sindaco a casa mia (sottolineo a casa mia…., lo so che sapete che fuori di solito non l'ordino mai….). Il Lambrusco è un grasparossa secco, grasparossa, Rosso Fosco, Cantina Formigine Pedemontana (se volete vedere la scheda di questo vino visitate il sito http://www.lambruscodoc.it/). Buono fresco secco e gradevolissimo al palato. Arrivano anche i primi. Piatto di tagliatelle scarsino di quantità (secondo ovviamente il mio metro), pasta che non mi sembra fatta in casa, troppo liscia e uniforme. Sugo buono, saporito il giusto, casalingo. Il bis non è un bis, ma due portate, ma mia moglie non si fa intimidire e spavira il tutto, riesco solo a sentire un tortellino (buono ma la panna lo ammazza) e un tortello (ripieno classico con pasta agli spinaci) con sugo alla boscaiola molto buono, i funghi la fanno da padrone. Questi sì che sono caserecci, forme irregolari e stricchetti a volte duretti a volte no. Secondo turno. Mia moglie aveva optato solo per patate al forno (al ristorante quasi sempre mangia patate, che la fanno impazzire, o spinaci cotti) ma ci ripensa e prende anche la cotoletta della casa….. oggi è senza fondo….. Io invece avevo ordinato cervo in umido, con patate. Il cervo arriva in quantità industriale, dentro il classico contenitore di terracotta, per rimanere caldo…. Ottimo, veramente buono, tenerissimo e cotto da Dio. Il sugo poi è fenomenale, faccio una scarpetta da record…. La cotoletta è buona e stranissima. La cotoletta della casa è una fetta di tacchino, impanata senza uovo con prezzemolo e cotta sulla piastra. Ci riproverò sicuramente e poi vi dirò come viene, la loro è buonissima. Le patate arrivano, bollenti. Son tagliate a spicchietti, grossolani. Sono ottime, ustionano, ma cotte in modo strano anche queste. Provo ad indovinare e il cameriere conferma, prima fritte, poi ripassate in forno con aglio e rosmarino, incredibili. Io ho quasi finito il vino con grande disappunto di mia moglie, lei è piena, e in effetti anch'io. Due caffè normali e niente dolce. Spesa totale 43 euro. Direi ottimo rapporto qualità/prezzo. 3 cappelli, l'ambiente andrebbe rinfrescato in tutti i sensi. ----------------------------------------------------------------- (1) Dal sito: http://www.lavalledegliasinelli.com/aziende.php?id=2 Il sasso su cui si erge il castello di Pompeano, di colore verde scuro, quasi nero, è un'ofiolite di origine vulcanica sottomarina, composto principalmente di ferro e magnesio, ed è attraversato da una fenditura che ha dato origine a una grotta lunga circa trenta metri, con un piccolo lago perenne sul fondo. La grotta, scoperta una decina di anni fa da un bambino della zona, ha un ingresso molto angusto ma nell'insieme è abbastanza percorribile. Ogni anno in agosto, in occasione della sagra di Pompeano, il Gruppo Speleologico Emiliano organizza visite guidate alla grotta, una delle più grandi del nostro Appennino. Lungo il percorso si può ammirare una piccola colonia di geotritoni, il piccolo animale simile alla salamandra che predilige i luoghi umidi e poco frequentati e che è tipico delle nostre zone. Anche per proteggere questi animali, la grotta di Pompeano è chiusa per tutto il resto dell'anno e viene aperta soltanto in occasione della sagra. Dal sito: http://www.parcomedioevo.it/_ITA_MEDIOEVO/luoghi_dettaglio.aspx?cod=108 Pompeano Pompeano fa parte del Comune di Serramazzoni solo dal 1860; prima di questa data, la sua storia è da ricercarsi in quella del Contado di Gombola i cui Signori, di origine longobarda, costituivano una delle Famiglie più potenti della montagna modenese. Nel 1416, i da Gombola perdettero il feudo in favore dei Cesi che lo tennero sino all'arrivo delle armate francesi di Napoleone nel 1796. Il castello è raggiungibile solo salendo una scalinata all'esterno delle mura. All'interno della cinta muraria si vedono un'antica torre quadrata; il palazzetto, che fu abitato dal Marchese Ferdinando Calori Cesi sino al 1885; il campanile terminato nel 1886; ed in fine la "risorta" chiesa dedicata a S.Geminiano. L'edificio sacro ha una singolare storia di volontà, caparbietà e amore: divenuta, da chiesetta castellana dedicata a S. Maria, parrocchiale dedicata a S. Geminiano, negli anni dal 1885 al 1900 per volontà del Parroco Don Vincenzo Tassoni e dei parrocchiani di Pompeano fu allungata ed alzata nella parte dell'abside. La chiesa dopo la morte di Don Tassoni non fu più ultimata, anzi nel 1960, per la precarietà del tetto, dovette essere chiusa. Nel 1986, dopo trenta anni di forzato abbandono, il Parroco e la popolazione di Pompeano, avvalendosi di tecnici e maestranze del posto con l'aiuto finanziario della Regione, della Provincia, del Comune, delle banche e di alcune imprese, in soli due anni hanno portato alla copertura gli edifici della Chiesa e della canonica. Il Sasso su cui si erge il castello di Pompeano, di colore verde scuro, tanto da sembrare quasi nero (ferro e magnesio), è una serpentina di origine vulcanica sottomarina (ofiolite) ed è attraversata al suo interno da una fenditura o faglia che ha dato origine ad una grotta della lunghezza di circa trenta metri. La grotta, dopo un ingresso assai angusto, diviene più percorribile: l'altezza è di circa 4 o 5 metri e la larghezza di circa 3. Lungo il ripido e scivoloso percorso, si possono ammirare esemplari di geotritoni; sul fondo si trova un laghetto la cui profondità in determinati momenti dell'anno è di circa 20 metri.

1 commenti

joy
04/10/2009
Minchia signor tenente... Interessante la grotta che hai descritto alla fine, si può visitare? Sono quei posti che principalmente al posto di ristoro :) rendono interessante un giretto domenicale. Saluti ed al 25 :) :)
[wpuf_form id="14284"]