L'occasione è la festa di S.Rocco di Gusciola.
Ci rechiamo in questa piccola borgata della media Val Dolo in sette, più un nostro amico, che ci aspetta sul posto essendo un indigeno del luogo.
La "casaccia", così viene chiamata dai nativi di Gusciola, è stata ristrutturata da qualche anno, può ricordare un castello solo per gli arredamenti interni poichè l'edificio è stato saturato di ogni "ciappino" che possa ricordare l'etàmedievale, tutto molto carino ma a mio giudizio un pò soffocante visti gli ambienti ridotti, ma non è un problema tanto si mangia fuori: che gusto 16°C, ottimo (per me), ma quasi tutti indossavano giacchini, giubbettini, etc. etc. insomma si erano preparati per la frescura.
Menù fisso.
Si mangia in diverse tavolate comunitarie da circa dieci persone ciascuna.
Ad attenderci un bel fiascone di chianti Càdel Gallo chiuso, il "tirabussoun" è solo uno e ce lo passeremo di tavolata in tavolata.
Due frittate come antipasto una alle erbe ed una ripiena di cotto e fontina, buone, soprattutto la seconda, se fossero state almeno tiepide sarebbero state più gustose.
A seguire lasagne al ragù, notevoli anche queste, non è facile farle come si deve.
Il secondo è composto da una ciotola di polenta con tre tipi di sughi diversi, ai funghi, al ragù di carne e con una crema di gorgonzola e qui ho dovuto assolutamente fare il bis ero in crisi di astinenza da polenta.
Quindi la cena finiva con alcuni assaggini di crostate e il caffè da prendere al banchetto che portava nel cortile dove si svolgeva poi la sagra vera e propria.
Prezzo 18 euro.
Nell'altro terrazzo della "casaccia" si poteva poi assistere ad uno spettacolo di magia ed illusionismo che allietava la serata, oppure si poteva scendere in cortile per assaggiare qualche "ciaccio" fatto dai ragazzi di Gusciola, insomma non una delle sagre più famose del nostro appennino ma nel suo piccolo molto genuina.
Alla prossima.