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Recensione su Bellavista Lama Mocogno
visitato da grog il 20.09.2010

Recensione su
Bellavista
Lama Mocogno

Visitato il 20.09.2010
Consigliato!
Scritta da grog
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 30.00
Coperti: 1
6 commenti
Giornata pesantissima. Giornata tristissima. Per fortuna che il tempo era bellissimo. Innanzi tutto colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che in modo o nell'altro mi sono stati vicini, un particolare ringraziamento a candy, reginalulu, bicio e gi (ho riconosciuto la tua firma sul libro nero…. Grazie di cuore, mi hai fatto scappare una lacrimuccia) e a tutti quelli che conosco e a quelli che non ho mai visto. Confesso che durante la messa avrei voluto leggere una delle mie poesie, sabato mattina dopo che l'ho visto esangue nel suo letto d'ospedale, ne ho scritte altre due tutte di un fiato, come faccio io quando qualcosa mi colpisce, ma non ho avuto il coraggio, per fortuna che mi ero scordato il foglio a Modena. Addio Armandin "Ho freddo... Ho tanto freddo..." La faccia della morte non è mai bella eppure ha un suo fascino. La guardo, lucida pallida cerea conferisce al viso un falso aspetto, sembra che lui dorma un sonno profondissimo e sembra sereno, tutte le smorfie di dolore e di sofferenza dei giorni precedenti hanno lasciato il posto a uno strano sorriso quasi beffardo. "Ho freddo... Ho tanto freddo..." Ricordo ieri sera, sembrava spacciato ma poi all'improvviso sembrava guarito e parlava, con la ridicola bocca senza denti muoveva le mani magrissime con la pelle martoriata dai fori degli aghi, gli occhi vispi spalancati e mai ben chiusi neppure durante il sonno, lo saluto e gli tocco una spalla lui farfuglia qualcosa mi parla della sua età gli dò un buffetto sulla scarna guancia e me ne vado con nel cuore quegli occhi così curiosamente spalancati che non rivedrò mai più. "Ho freddo... Ho tanto freddo..." E senza rendermene conto ho assistito impotente al "canto del cigno", quando il cigno muto appena prima di morire riesce ad emettere uno struggente e bellissimo canto per la prima ed ultima volta per poi spegnersi serenamente. E così anche lui in quelle ultime ore ci ha illuso di potercela fare di aver superato la crisi di averlo ancora con noi e poi nella solitudine del suo letto lontano da occhi indiscreti si è spento senza soffrire. "Ho freddo... Ho tanto freddo..." E chi resta sprofonda nel dolore lascia libero sfogo al pianto e si chiede perchè, perchè qualche ora prima lui ci abbia fatto questo, questo strano scherzo e ci ha fatto credere sarcasticamente di potercela fare di poter riprendersi di aver sconfitto la morte per questa volta ma appena ci siamo distratti lui si è arreso e ha lasciato andare la sua anima lontano dal corpo e ha abbandonato questa vita. "Ho freddo... Ho tanto freddo..." Rimane solo la disperazione per qualcuno che non c'è più per qualcuno che non soffre più. Ma la disperazione è la consapevolezza che alla morte non si può sfuggire e che prima o poi verrà anche il nostro turno e allora potremo riabbracciare tutti coloro che hanno intrapreso il viaggio prima di noi. La nostra anima vivrà in eterno in un impalpabile mondo senza dolore e sofferenza senza pianto e tormento... "Ho freddo... Ho tanto freddo..." Dopo i riti, le esequie e tutti i vari espletamenti si è fatto mezzogiorno, finalmente il parentado ci ha lasciati al nostro dolore e dopo aver dato un ultimo saluto al povero Armando, infilato fortunatamente in un loculo al sole settembrino nel cimitero di Vaglio (Lama Mocogno), lo lasciamo riposare per l'eternità con un vuoto nel cuore, e ci appropinquiamo per andare a mangiare, dobbiamo ancora fare alcuni giri qui su, ma è tardi e dobbiamo aspettare il dopo pranzo. Lunedì è una brutta giornata, molti locali sono chiusi, alla fine passando per Lama Centro buttiamo gli occhi su questa bella costruzione a sasso faccia vista, come dice l'Ada il padrone doveva essere un amico di Armando, se è ancora vivo (e lo è, ma ora possiede solo i muri). Parcheggiamo un po' più in là, il parcheggio a Lama è quello che è, ed entriamo. Ambiente familiare, stanzetta con due tavoli sulla sinistra e stanzone sulla destra, laggiù in fondo tante vetrate appunto a bellavista, anche se gli alberi nascondono “di mondi” la vallata. Arredamento tutto in arte povera, classico della zona. Ci sono vari avventori sparsi qua e là, un paio di tavolate da sei con lavoratori stagionali. Dopo poco arriva la padrona, gentilissima, sempre col sorriso sulle labbra, e ci allunga i menù. Non abbiamo molta fame, ma quando si è psicologicamente provati, è meglio occupare il cervello in lavori diametricalmente diversi, tipo la digestione. Da bere due bocce, una naturale e una gassata, per me anche mezzo litro sfuso di Pignoletto di Serravalle, discreto, ho chiesto quello frizzante, ma non mi sono accorto frizzasse…. Le ordinazioni sono semplici: tre tagliatelle ai funghi porcini e galletti, tre cappelle di porcini fritte, patate al forno, polenta distesa. @ tagliatelle di pasta buona, tirata in casa, molto al dente e fresche, sugo ottimo con bei pezzettoni di fungo. @ cappelle fritte, morbide e tenere ma insapori e si sentiva un po' troppo l'olio della frittura, pastella pesante. @ patate al forno ipertamugne, qualità di patata lofissima. Le ho lasciate lì perché non andavano giù neanche a cucciarle. @ polenta distesa strana, non cattiva ma nemmeno buona, per essere una polenta da ristorante in altura direi troppo liscia, non vorrei dirlo, ma secondo me non era stata fatta in loco, troppo compatta e bordi rotondeggianti, non so se ci siamo capiti, condita con un ragù un po' unto che sapeva troppo di alloro, pesante anche questo piatto. Il coperto, il pane e il servizio non si pagano, il pane è la pagnotta di Pavullo, quella insipida, molto buono. Spesa finale 92 € scontati gentilmente a 90 €. Darei due cappelli, ma la gentilezza non ha prezzo, tutti in quella casa erano gentili e ci salutavano amichevolmente, anche gli altri sconosciuti avventori, per cui 3 cappelli. Ripartiamo mesti e mogi e andiamo a fare gli ultimi giri prima di rientrare in città. Nel viaggio di ritorno abbiamo parlato pochissimo, qualche lacrima, qualche ricordino, qualche risatina nervosa, ma in complesso una brutta trasferta, non è facile chiudere un capitolo voltando semplicemente pagina…. Non è facile Non è facile i primi giorni. Mi ero scordato certe tristi emozioni. Quando muore una persona a cui eri vicino da anni ti sembra di partire con lei, di fare un viaggio fantastico, dove le voci le figure le ombre sono rallentate, quasi irreali... Tanto tempo vissuto assieme e d'un tratto, più nulla, quella persona esce prepotentemente dalla tua vita e lascia un vuoto enorme, indescrivibile, perchè ci si abitua al proprio enturage e quando viene meno si sente un magone salire dal cuore, come un ordigno pronto ad esplodere. E bisogna continuare a vivere senza di essa anche se la sua presenza, per un lungo periodo, incomberà. E ogni tanto sentirai il groppo in gola attanagliarti, tratterrai a stento la cascata di lacrime e cercherai furtivo un luogo appartato, dove dar sfogo alla tua sofferenza. Girerai per casa come un automa, ogni oggetto, ogni cosa te lo ricorderanno e rammenterai frasi, azioni, pensieri che non avresti mai voluto dire o pensare, ti sembrerà di vivere in una pellicola che non è giunta alla fine ma che si è interrotta improvvisamente e ti scoprirai disperato nel tentativo di ricollegarla di aggiustarla per riuscire a vedere quel finale che avevi immaginato ma che il destino ti ha negato. Ancora grazie a tutti, il dolore è stato intenso, ma le vostre parole lo hanno mitigato. Vi sarò grato i eterno.

6 commenti

joy
20/09/2010
E' difficile commentare un pasto così triste, dopo un addio a una persona cara.... Ciao
grog
20/09/2010
Approfitto Joy per farti gli auguri di compleanno.
carolingio
20/09/2010
E' vero, non si sa mai cosa è opportuno dire in momenti come questi. Grazie anche a te Grog, per la condivisione di questa recensione, nonostante la tristezza e lo sconforto
gi
20/09/2010
un abbraccio grog :)
Reginalulu
20/09/2010
Caro Robby, vi sono vicina, lo sai. Vi abbraccio forte.
Alfi
20/09/2010
coraggio, Grog! Col tempo tutto passa ...
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