Parte oggi e finisce domenica la rassegna gastronomica Taste of Milano, per capire di cosa si tratta andate a vedere qui: http://www.tasteofmilano.it/
In pratica al parco Sempione saranno riuniti i più grandi chef della provincia di Milano (i bistellati ci sono tutti) e offriranno assaggi dei loro piatti a prezzi contenuti (tra i 4 e i 6 euro, pardon ducati, la moneta della manifestazione, del valore di un euro).
Occore prenotare il giorno, io ci andrò domenica nel turno serale, che parte però già alle 17:30.
Una recensione non sarebbe possibile, però un post in bacheca le mie impressioni ve lo prometto.
5 risposte
ottimo! molto interessante, se vuoi la possiamo inserire, come le sagre, nell'archivio
Come temevo la cosa si prospetta organizzata malissimo:
http://www.dissapore.com/primo-piano/taste-of-milano-al-sapore-di-kabul-durante-la-guerra/
Ma siamo a Milano, no? Conta l'apparenza, non la sostanza.
Nonostante le premesse poco promettenti in realtà non è andata affatto male.
Il segreto stava nell'arrivare presto e così ho fatto: domenica la serata partiva alle 17:30 e io alle 17:40 ero ai cancelli, il risultato è stato che non ho fatto nemmeno dieci secondi di coda per entrare e ritirare i “ducati”, anche gli stand dei ristoranti erano ancora vuoti.
Sono stato a vedere la dimostrazione di preparazione di un piatto di Matteo Torretta, lo chef che sta cercando di far tornare lo storico Savini un ristorante gastronomico (il Savini, situato in Galleria, ha una storia più che secolare, ma il suo declino era cominciato già quando, negli anni '80, era il locale preferito delle persone coinvolte in quella che verrà poi chiamata Tangentopoli, attente più allo sperpero pacchiano dei soldi che alla buona cucina, tanto che l'offerta gastronomica si era adagiata su un conservatorismo mal eseguito, proprio Tangentopoli aveva poi di fatto azzerato la clientela del ristorante, che negli anni '90 e all'inizio del 2000 era passato da ignominia a ignominia, luogo ormai muffoso e deserto, fino a essere chiuso dai NAS per della carne putrefatta trovata nei frigoriferi. Una nuova gestione ha radicalmente trasformato il locale, creando un caffè al pianterreno e relegando il ristorante gastronomico al primo piano, affidato finalmente a un'equipe competente e innovativa, sotto la guida appunto del giovanissimo e talentuoso Torretta) e dopo ho cominciato a girare per assaggiare i piatti proposti: 3 per ognuno dei 12 ristoranti presenti, per un totale di 36, io ne ho presi 11, assaggiandone altri due dal piatto di amici.
Era la prima volta che provavo la cucina di tre dei massimi chef milanesi: Aimo Moroni di Aimo e Nadia, Claudio Sadler del ristorante omonimo e Andrea Berton del Trussardi alla Scala (la cucina di Carlo Cracco, il quarto bistellato presente, l'avevo già sperimentata), ma anche i locali un po' meno noti e titolati mi hanno regalato piacevoli sorprese; per la verità nessuna vera folgorazione, ma parecchie cose interessanti, segnalo come vertici della mia personale esperienza l'insalata liquida con sfera di baccalà al nero di Berton e il polipo arrosto con crema di patate tartufate e insalatina di germogli e limone di Torretta.
Le code agli stand sono cominciate solo dopo le 19:30, quando io avevo ormai quasi terminato i miei ducati, e comunque non mi sono parse particolarmente lunghe, giusto da Aimo e Nadia ho visto un po' di ressa.
Pochi, in effetti, gli spazi per sedersi, ma non impossibili da trovare; la bella giornata (dopo giorni di pioggia) permetteva di restare all'aperto, e ho visto anche che, contrariamente a quanto ho letto succedere nei primi giorni, anche gli stand delle bevande permettevano di sedersi ai loro tavoli per consumare un piatto di uno degli chef. Per quando riguarda il bere io mi sono limitato a una bottiglietta d'acqua, intendevo spendere tutti ducati per conoscere quanti più piatti possibili, in effetti tutto considerato ho speso 85.80 euro (20 di ingresso, un totale di 5.80 per diritti di prevendita e stampa biglietto e 60 trasformati in altrettanti ducati) senza toccare un goccio di vino, non certo poco ma – con l'eccezione virtuosa del ristorante D'O di Oldani – con quella cifra non avrei potuto fare un cena completa in nessuno dei locali presenti, quindi non mi pento della spesa.
Non ho dato molta attenzione agli espositori di prodotti gastronomici vari, dove però si potevano fare assaggi.
Prima di andarmene ho partecipato a una degustazione guidata di whisky: se mi fossi messo a correggere tutti gli errori di colui che la teneva sarei rimasto sino a notte fonda, ma va detto che costui era cosciente della propria preparazione traballante, e non albergava nessuna presunzione, accogliendo il paio di appunti che ho fatto sulle castronerie più clamorose e più buffe.
Come ultima nota: non si poteva sperare che mancasse la fauna fighetta milanese, ma non mi è sembrata particolarmente fastidiosa o rumorosa, anziché a parlare a vanvera aveva la bocca impegnata a masticare.
grande mizo, son contento che sia stata un'esperienza migliore di quella descritta nel post precedente 🙂
in effetti e' un'occasione d'oro per avvicinare cucine altrimenti ben difficili da affrontare.
grazie per avercelo raccontato, stavo proprio pensando oggi di chiederti com'era andata 🙂
Trovo sempre particolarmente interessanti, oltre che precise e profonde, le tue spiegazioni, grazie ancora 🙂
Molto interessante questa manifestazione e devo dire che ti sei fatto una bella cenetta…pero'accompagnarla solo con acqua e senza una lacrima di vino…