STORIA DI MODENA DI SILVIO CAMPANI 3

STORIA DI MODENA DI SILVIO CAMPANI 3

69. dopo G. C. – Dura sempre il paganesimo in Modena – Ecco l’unico fatto del quale si abbia sicura memoria, avvenuto nel primo secolo dell’era volgare. I Decurioni Modenesi offrono ai Senatori romani, chiusisi in Modena, armi e denari, perchà© o partano dalla città  o si dichiarino partigiani di Vitellio, che contrastava ad Ottone imperatore il trono, e che minacciava d’assediarla. La morte di Ottone, uccisosi dopo la disfatta di Bebriaco (Cevidale), toglie il pericolo dell’ assedio,
150, circa – Un fabricatore di panni dà  in Modena publico spettacolo di gladiatori. Tale genere di divertimento costosissimo dimostrerebbe che la industria dei panni dovesse allora essere presso di noi molto prospera e lucrosa.
250, circa – L’imperatore Valeriano fa rifabricare un ponte sopra Secchia, già  stato distrutto dalle fiamme, e posto poco lunge dall’attuale di Rubiera.
303 – Scoppiata la persecuzione di Diocleziano e di Massimino contro il cristianesimo, la medesima infierisce anche in questi paesi. La vicina Bologna ebbe allora i suoi martiri Proculo, Vitale, Agricola ed altri, ed anche Modena potrebbe ricordare i suoi, se per le disgrazie cui andò soggetta di poi non se ne fossero perdute le memorie.

I Primi Cristiani in Modena
– Pretendono taluni autori che Modena fosse una delle città  italiane, ove innanzi che in molte altre si predicasse l’Evangelo. Il buon Vedriani non dubita di asserire che primi venissero a bandirvelo gli Apostoli Pietro, Paolo e Barnaba. – Non dice però quale dei tre apostoli, o se due, o se tutti e tre reggessero la Chiesa modenese, e non allega nessuna prova del suo asserto. Un cronista modenese del secolo XVI, il Pannini, ha su questo argomento pretese appena un po’ più modeste. Secondo lui, 1’anno 93 dell’era volgare, venuti in Modena l’Ateniese Dionigi Areopagita ed il vescovo Entropio suo compagno, alle loro predicazioni si convertì la città  al cristianesimo. Subito quindi i Modenesi dedicarono ad onore di S. Pietro, martirizzato un ventitrà© anni prima, il tempio già  consacrato a Giove “Dio supremo delle stolte genti” il quale edificio allora si trovava fuori della città , sebbene nel luogo istesso ove a’ dì nostri si vede. Crescendo poi ogni giorno più la fede nel popolo modenese, esso nell’anno 103, imperando Trajano e sotto il pontificato di Anacleto Greco, domandò un vescovo, il quale tenesse cura della religione nuovamente appresa; e, permessagli dal Pontefice la elezione, scelse a tale dignità  un certo Cleto di nazione romano, uomo che è detto preclaro per dottrina e per santità  di vita. Non si trova poi memoria dei successori a questo primo vescovo di Modena, e c’è bujo in proposito sino all’anno 339. A spiegazione di ciò, il citato Vedriani adduce che “i fieri editti dei tiranni persecutori del cristianesimo, fierissimamente eseguiti dai magistrati, costringevano tanti prelati a stare nascosti nelle caverne, nei sepolcri e fino nelle cisterne; ed agli scrittori stessi, sbandati per tema delle perse dizioni in luoghi occulti, non era permesso tenere diari nà© annali, e se pure alcun di loro era bramoso di eternare gli avvenimenti memorabili di quei primi secoli, o per ordine pubblico o per suo motivo privato, nulla di meno il rigoroso comando dell’empio e crudelissimo Diocleziano, il quale sotto gravissime pene imponeva che tutte le memorie cristiane fossero abbruciate, cagionò che, se ve ne era contezza, ella restasse incenerita.”
Credo che i lettori non mancheranno di rispetto alla autorità  di questi due storici modenesi, se riterranno che anche intorno alle loro pie congetture nulla assolutamente vi è di certo.

312 – Modena è assediata, e viene presa dalle armi di Costantino imperatore in guerra contro il tiranno Massenzio. Costantino la restaura, di guisa che, come dice il panegirista Nazario, la città  ebbe a rallegrarsi seco medesima dei danni sofferti.
358 – àˆ consacrato vescovo di Modena in Roma da papa Felice II S.Geminiano.
Dicesi che egli nascesse in Cognento nel 309. Successe al vescovo Antonio di cui era Diacono – Diede opera alla distruzione degli avanzi del gentilesimo, combattè la eresia di Ario, ospitò il vescovo Atanasio, e si raccontano di lui mirabili cose.
377 – Fritigerno, generale dell’Imperatore Graziano, manda dei prigionieri Goti e Sciti a coltivare le terre tra Modena Reggio e Parma. Questi barbari le desolano affatto.
387 – Irrompe in Modena il tiranno Massimo, detto il carnefice porporato che veniva a combattere Valentiniano II e vi arreca grandissimo guasto.
388 – Modena è ridotta a tale che S. Ambrogio, scrivendo al suo amico Faustino, rammenta come al pari di altre città  fosse questa dapprima florida e gloriosa, e la chiama ormai cadavere di mezzo diroccata città .
Le riparazioni adunque di Costantino od erano esagerazioni del panegirista od erano andate guaste miseramente.
397 – Vuolsi che questo sia l’anno della morte del vescovo S.Geminiano, eletto indi a poco e sempre riguardato dai modenesi come il Santo loro patrono.
418 – La Diocesi di Modena, che fin qui era dipesa direttamente dal papa, diventa suffraganea dell’Arcivescovo di Ravenna, altrettanto avendo ottenuto a maggior decoro di quella città  Valentiniano III imperatore e sua moglie Galla Placidia.
450 circa – Credesi che la città  fosse inondata. Un’antica vita di S. Geminiano in verso ed in prosa, stampata in Modena dal Rocociola nel 1495, dice che l’acqua arrivava alla cattedrale ove era molto popolo, e soggiunge: “ma alzatesi quivi le aque en el circuito della chiesia, in meraviglioso et inaudito modo, quasi como se quello ellemento liquido se fosse mutado en la soliditade de muro, apparve chiara la protetione del Santo”.
452 – Attila, sopranominato il flagello di Dio Re degli Unni, viene colle sue truppe fin presso Modena.
Non le arreca però danno alcuno.

Attila presso Modena
Presso Modena io dico, poichà© non è ben certo, anzi pare escluso che egli siavi entrato.
Veniva Attila dalla Pannonia ( Ungheria) con truppe innumerabili di Unni, gente barbara e ferocissima, facevasi chiamare col nome di flagello di Dio, ed il nome gli conveniva. Infatti aveva egli atterrata e abbruciata la città  di Aquileja, non perdonando colà  nè a vecchi nà© a donne nà© a fanciulli, ed era avanzato distruggendo paesi e campagne, e di tutto facendo strage e ruina. Maltrattata Milano, diroccate Piacenza e Parma erasi egli diretto su Reggio e aveva pianto di dolore e di rabbia per averla trovata già  distrutta da Alarico Re dei Goti.
Che cosa potesse aspettarsi Modena da costui ognuno può imaginarselo. Ma, per istraordinaria fortuna, lasciolla egli in disparte, e si diresse verso il fiume Mincio a Peschiera, ove si vuole seguisse il famoso abboccamento col papa S. Leone, che colla sua maestà  e colla sua eloquenza lo persuase ad abbandonare l’Italia.

Attila e S. Geminiano
I devoti scrittori della vita del santo vescovo sostengono che Attila fu bensì a Modena, ma che per grande miracolo egli e tutti i suoi non la videro. Chi vuole fossero in quel momento acciecati, chi pretende sorgesse in città  una nebbia fittissima da impedire la vista. Persino Messer Giovanni Boccaccio, scrittore, come ognun sa, di novelle tutt’altro che religiose, ammette questo prodigio, laddove commenta il divino poeta al canto XII, dell’Inferno in que’ due versi:

La divina giustizia di qua punge
Quell’Attila che fu flagello in terra.

Un bassorilievo in marmo nella facciata del Duomo respiciente verso piazza, rappresenta un uomo a cavallo, attorniato da diversi armati sotto una bandiera, e con la iscrizione che traduco dal latino: Qui S. Geminiano libera questa città  da Attila flagello di Dio. Ed un antico ritmo che ancora si canta in Duomo nell’ufficio del santo celebra a lungo il miracolo di questo innocuo passaggio di Attila per Modena.

Un altro S. Geminiano
Si narra che all’epoca della invasione di Attila, sedesse sulla cattedra vescovile di Modena un Geminiano, che anch’egli viene annoverato fra i Santi. Ignote sono la nascita, la giovinezza, le opere di lui, taluno però crede che egli, non l’altro S. Geminiano, abbia liberato Modena dal barbaro condottiero degli Unni. Si aggiunge che poi impietosito dei mali cagionati ai Veneti che pel primi ne avevano provato il furore, andasse egli a soccorrerli, e che questi dopo la sua morte, avvenuta il 30 Gennajo di non si sa quale anno, gli erigessero una chiesa nella loro città , in vicinanza al luogo ove sorse poi il palazzo ducale, chiesa che oggi più non esiste, distrutta per le vicende dei tempi. Leggesi poi nelle istorie di Venezia che ogni anno il Doge solea visitare nella Domenica in Albis la suddetta chiesa con solennissima pompa.
Questo secondo S. Geminiano nell’anno 458 sarebbe stato dal papa S. Leone spedito come legato a Costantinopoli, per appianare le controversie ivi insorte a cagione della eresia degli Eutichiani e de1 Nestoriani. Ivi sarebbesi trattenuto un ventidue mesi, e altro non mi fu dato raccogliere di notizie intorno a lui.

Modena sotto l’impero
Era adunque giunta all’onorevole grado di municipio, e di conseguenza avea leggi proprie delle quali servivasi ne’ publici giudici. – Gli scavi, fatti anche non molti anni or sono, dimostrano come fosse città  ornata di bei monumenti; citerò quelli scoperti nel 1856 in Rua Pioppa dedicato l’uno a Trajano, l’altro a Flavio Valerio Costantino, il terzo a Numeriano – citerò la colonna miliaria de’ tempi di Costantino, che tanti anni stette innanzi la Chiesa di S. Faustino, e cioè dal 1559 al 1784, e che ora vedesi nel museo lapidario da S. Agostino, ove pure altri monumenti di Modena romana si conservano. – La città  estendevasi allora a levante ed a meriggio, e in queste parti la città  moderna è fondata sull’antica, come dimostrarono gli altri scavi del 1844 e 1845 praticati nel Piazzale della Gatta e in Via Terraglie, ove a metri 5,53 di profondità  si trovarono molti avanzi di antiche fabbriche, ed una strada in macigno coi marciapiedi laterali, e con attigue rovine di edifici.
L’impero romano cadde, come ognun sa, miseramente nell’ anno 476 con Romolo Augustolo.
E così han termine le poche e in gran parte non ben sicure memorie che ci son rimaste della storia di Modena romana.

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